Il Manifesto 26 Luglio 2023

Angelo Baracca è morto. Improvvisamente, peri molti e molte che lo conoscevano di persona o attraverso i suoi scritti.
Non per me purtroppo, che di questa sua fine mi aveva messo a parte più volte negli ultimi anni appena trascorsi.
Non era la morte biologica che desiderava, quanto porre fine ad una esistenza di cui non sopportava più il peso umano e politico che gliene derivava da questo mondo.
Con Angelo ci siamo conosciuti tardi (di questo ci manifestavamo reciproco rimpianto) ed ora che non è più tra noi, questo rimpianto è tale da risultarmi incolmabile e sono sicuro che altri, meglio di me, sapranno ricordare quella parte della vita di
Angelo a me sconosciuta.
Ciò che sento e ricorderò sempre di lui – al di là della liturgia per le care persone scomparse – è la sua grande disponibilità abbinata ad un impegno incessante in quello che lui chiamava «ecopacifismo» vissuto però da materialista e comunista quale egli era, tanto più perché apertamente professato da un cattedratico.
Un professore fuori dai ranghi accademici Angelo (se non addirittura contro) in cui spiccava quella rara e preziosa critica della scienza di cui c’è tanto bisogno in questo era di sacrale idolatria della scienza e degli scienziati.
Per questo, tra i tanti impegni politici (in Democrazia proletaria, nei movimenti pacifisti ed antinucleari) e
gli altrettanti scritti e libri, vorrei citare la sua opera più coerente (e bistrattata!): un libro di testo universitario “Fisica per Scienze Biologiche e Ambientali” del 2007.
Un libro in cui si manifesta appieno il suo approccio innovativo, non solo all’insegnamento. ma alla produzione della vita stessa degli esseri umani su questa Terra; un’opera che. mi auguro, veda qualche rettore illuminato adottarla come testo di riferimento, restituendo ad Angelo quell’importanza che avrebbe meritato da vivo anche in ambito accademico.
Angelo è stato lucido fino all’ultimo, e non ha fatto sconti né a sé, né agli altri. Gli volevo bene e lo rispettavo profondamente.
Non mi sento di aggiungere altro, se non riportare il suo ultimo messaggio scritto:
«Carissime,!, non posso neanche essere molto lungo, un tumore al fegato mi lascia poche settimane, in assistenza domiciliare avrò le cure del caso e vetro accompagnato alla fine. Destino migliore non potevo sperare.
Sapete che sono un ateo convinto e che nell’aldilà’ troverò’ solo tenebre, la pace il silenzio del nulla. Finalmente.
Non farò un funerale, anzi. Non mi dispiace mettere fine ai miei giorni, da 4 anni lo desideravo, finalmente ci siamo.
Se posso fare un’ultima esternazione me ne vado convinto che la non-violenza non abbia senso, sia una velleità vuota che sussiste solo in Europa e in America non una prospettiva reale, andate a praticarla nell’Africa Nera…
Non ho più fiato per continuare. Vi prego non rispondetemi, non venitemi a cercare voglio solo silenzio. Non credete… sono su di morale. Abbraccio Angelo».
Dopo questo suo ultimo testo ha interrotto il suo con-tatto col mondo. Addio caro amico.

Giorgio Ferrari

 

Ricordo di Angelo Baracca

La scomparsa di Angelo Baracca lascia interdetti anche noi dell’Archivio ’68 di Firenze oltre che tutto il mondo della sinistra democratica. Abbiamo avuto modo di collaborare con lui in varie occasioni e abbiamo constatato la sua grande disponibilita’ e semplicita’ nei vari contatti che abbiamo avuto. In particolare vorrei ricordare che lui voleva lasciare all’Archivio dei faldoni di documenti che si riferivano al suo impegno universitario degli anni ’70 quando col Comitato degli studenti di Fisica dell’Università di Firenze collaborò col Consiglio di fabbrica della Pignone per analizzare e documentare in modo scientifico la nocività dei luoghi di lavoro fornendo così un supporto importantissimo  alle lotte che gli operai conducevano in quegli anni. Assieme a lui abbiamo anche organizzato nel 2018 un convegno tenuto a Firenze nel Giardino dei Ciliegi intitolato “ A prova di errore” in cui si mettevano in luce le aporie più evidenti della ricerca scientifica quando essa serve gli interessi militari. Quel convegno vedeva la partecipazione anche del Prof.Bettimelli dell’Università di Roma che tenne una relazione  sul tema della ricerca fondamentale e le sue applicazioni con particolare riguardo alla fisica nucleare e alla realizzazione della bomba atomica. Angelo Baracca intitolò il suo intervento in modo ironico “Gli antesignani del dottor Stranamore.Chimica e armi chimiche prima,durante e dopo la prima guerra mondiale.In quella relazione fece un excursus  di storia della scienza molto interessante ed esposto in modo brillante  così da interessare anche un pubblico digiuno di conoscenze specifiche. In particolare sottolineò la complicità degli scienziati  che collaborano coi governi nell’inventare e produrre strumenti di morte sempre più raffinati e devastanti. Spesso è stato presente anche alle nostre iniziative : per esempio lo ricordo molto interessato al Teatro Affratellamento di Firenze quando abbiamo organizzato un convegno sulla Comune di Parigi  subito dopo la fine della pandemia  di covid.

Questa perdita lascia un vuoto difficile da colmare perché scienziati preparati come lui  e impegnati politicamente sul fronte della sinistra comunista , ecologista e pacifista se ne trovano sempre di meno.

Vito Nanni