Fra Storia e Memoria

Rossella Levi: Fra storia e memoria. Una famiglia ebraica triestina dal 1938 al secondo dopoguerra. Firenze 2021.Ed.Giuntina .
Con una presentazione di Ugo Caffaz

Il libro di Rossella Levi riesce in un’impresa molto difficile:tenere insieme la Storia (quella con la esse maiuscola) con la memoria personale . Il racconto delle vicende della sua famiglia di origini triestine ci fornisce infatti tutte quelle notizie di inquadramento storico generale che servono come premessa e come spiegazione della diaspora della comunità ebraica triestina e,dunque, dei componenti del suo nucleo familiare. L’autrice sintetizza in poche pagine una delle vicende più complesse dell’Italia contemporanea,quella del Friuli Venezia Giulia e dei suoi confini. Il testo presenta gli eventi seguendo un criterio razionale ed equilibrato suddividendo la materia in quattro parti. Le prime due, intitolate rispettivamente “Il contesto storico” e “La Discriminazione e la persecuzione degli ebrei”,le ultime due “La memoria” e “Renato il” Pomero”mio padre”.
Nella parte storica generale l’autrice fa un rapido excursus sulle vicende del Friuli Venezia Giulia dal settecento alla seconda guerra mondiale per poi toccare i temi scottanti della persecuzione degli ebrei sotto il regime mussoliniano che provocano una prima ondata di emigrazione e poi l’incubo dell’occupazione tedesca con la formazione dell’”Adriatisches Künstenland”. Nella parte riguardante la memoria della famiglia, Rossella Levi ci presenta i vari componenti tratteggiati con grande abilità e affetto: le loro vicende sono descritte anche attraverso la riproduzione di lettere,documenti originali,fotografie. Questo rende la lettura estremamente scorrevole grazie anche ad uno stile sobrio e asciutto che invoglia chi legge ad andare avanti. La quarta parte è quella dedicata al padre dell’autrice :Renato Levi. Qui si conosce una vicenda esistenziale fuori dal comune non solo per gli accadimenti che la punteggiano ma anche per un aspetto che salta subito agli occhi. Si tratta di una persona che ha un fortissimo senso della giustizia e che compie scelte difficilissime non per spirito di avventura ma perché spinto dal desiderio di affermare la propria dignità di uomo e di contribuire a lottare contro l’orrore nazi-fascista. Il punto più importante,secondo me,è la partecipazione di Renato Levi alla Resistenza a Firenze quando viene inviato come radiotelegrafista per effettuare trasmissioni di informazioni strategiche per gli Alleati assieme al gruppo di “Radio Cora” che fa capo all’Avvocato Bocci. Questo episodio viene raccontato facendo ricorso ad una documentazione molto accurata e approfondita,frutto anche di ricerche autonome compiute nell’Archivio dell’ISRT. Questa documentazione permette anche di chiarire definitivamente il ruolo di Renato Levi all’interno del gruppo “Radio Cora” dell’avv. Bocci e di allontanare qualsiasi sospetto sulla sua figura. Volutamente non voglio chiarire di cosa si tratta per non togliere la voglia di scoprirlo a coloro ( e spero tanti)che avranno voglia di leggerlo. Io so soltanto che mi sono appassionato molto leggendo questo libro e posso dire che il merito principale dell’autrice è stato quello di infondere in queste pagine non solo affetto per i suoi cari ma anche uno spirito di impegno civile che le ha impedito di scadere nella pura e semplice rievocazione memoriale. In fondo questa passione civile è l’eredità più grande che Renato Levi ha trasmesso a sua figlia. Lei ha compiuto ciò che descrive Franco Fortini in questa bellissima lirica:

“Le Vetrine di Auschwitz
Sono giustamente mute a chi non le investe
Di una partecipazione presente.
Non solo quelle vittime ma tutto il passato
Può parlare a condizione che noi
Gli diamo da bere il nostro sangue,
come avviene nell’oltretomba dei miti antichi.
E’ per questo necessaria
La pressione di passioni e desideri.
Possiamo imparare qualcosa dallo ieri
Solo nell’esatta misura in cui
Desideriamo un domani.”

 

Vito Nanni