Giuseppe Gambino: Parigi 1871. Per una storia della Comune

Questo libro di Giuseppe Gambino rappresenta una felice novità perché riesce con una sintesi apprezzabile,a rendere tutte le sfaccettature dell’evento Comune di Parigi senza indulgere a spiegazioni astruse o prese di posizioni ideologiche pre-costituite. Inoltre, e questo non è secondario,permette al lettore italiano di avere una sintesi affidabile, completa e aggiornata con i risultati della storiografia francese che, naturalmente,è quella che ha analizzato la Comune in profondità. Secondo me colma anche una lacuna perché in Italia,che io sappia, non esiste un testo che presenti tutti gli aspetti di questo evento. Nell’introduzione l’autore stesso precisa che”questo lavoro vuole essere un avvicinamento,una sintesi provvisoria- non certamente definitiva- della storia della Comune di Parigi”. L’opera si struttura in tredici capitoli di cui i primi due si rifanno alle origini storiche lontane della Comune. Dal terzo capitolo in poi comincia la narrazione deglieventi seguendoli giorno per giorno. C’è anche una trattazione specifica (Capitolo settimo) in cui si dà conto dei movimenti comunalisti che sorsero nelle altre città francesi come Lione,Marsiglia, Tolosa.Non vengono tralasciati gli aspetti militari che sono così importanti visto che la guerra civile tra la Comune e il governo di Thiers si svolge sotto il controllo e la regia degli assedianti prussiani. Un capitolo molto importante è il decimo che descrive e commenta i principali decreti della Comune e le sue realizzazioni. L’autore sottolinea giustamente che nella mobilitazione popolaresvolsero un ruolo importantissimo gli uomini che aderivano alla prima internazionale e che erano in contatto diretto con Karl Marx. Essi avevano la loro sede in Rue de la Corderie e furono uno dei centri propulsori e diffusori di quel sentimento comunitario e di appartenenza politica che contraddistinse sia la Guardia Nazionale che la vita politica dei Club che fondarono o a cui parteciparono. Giustamente si mette in luce l’importanza dei Club nella vita della Comune: essi furono il motore da cui partirono tutte le principali iniziative politiche,militari,sociali. Gli uomini della prima internazionale svolsero poi anche un ruolo importantissimo ai vertici della Comune soprattutto nei settori del lavoro e dell’organizzazione militare. Un’altra realizzazione importantissima della Comune che viene descritta in modo esauriente riguarda il ruolo delle donne. Durante la breve vita della Comune esse realizzarono degli obbiettivi di emancipazione impensabili per la mentalità della società ottocentesca: si costituirono in una Associazione autonoma,si batterono per il riscatto economico,morale e sociale e rivendicarono e praticarono ruoli impensabili. Esse alla fine presero le armi e combatterono sulle barricate con una brigata autonoma. Fa inorridire la descrizione della repressione scatenata da Thiers durante la “semaine sanglante”il più grande massacro di civili avvenuto in Europa durante il secolo XIX°. Interessantissimo è anche il capitolo che mostra la reazione dei grandi scrittori e degli intellettuali francesi che condannarono aspramente la Comune con accenti granguignoleschi: è curioso scoprire che perfino Emile Zola, che 27 anni dopo si farà paladino della giustizia nell’affaire Dreyfus, non condanni i massacri terribili scatenati da Thiers. Questo riferimento agli intellettuali che sostenevano il governo di Versailles fa da” pendent “alla descrizione della vita culturale che era già stata trattata nei capitoli precedenti con la fondazione di un concetto nuovo di “lusso comune” che riguardava sia la cultura che la vita di tutti i giorni. L’ultimo capitolo dà conto delle varie letture e interpretazioni della Comune che si sono succedute in questi 150 anni che ci separano da essa. Qui viene fatta una rapida ricostruzione della storiografia con particolare riguardo a quella francese contemporanea. In questa parte l’autore volendo esporre tutti i più importanti apporti storiografici forse eccede nello scrupolo descrivendo capitolo per capitolo le opere in una enumerazione che può apparire ridondante.

Ho dovuto analizzare l’opera nella sua complessità per sottolinearne la ricchezza ma mi accorgo che non posso illustrarne tutta la fecondità perché sennò questo scritto riuscirebbe troppo lungo. Non vorrei che l’eventuale lettore si sentisse frustrato e pensasse che si tratta del solito testo per”addetti ai lavori”: al contrario questo libro si legge con estrema facilità grazie anche allo stile adottato estremamente scorrevole e interessante. Un valore aggiunto,secondo me, è quellodell’empatia dichiarata dall’autore verso i comunardi; ma questa scelta di campo non inficia per nulla la ricerca che è stata condotta compulsando le opere francesi più importanti pubblicate di recente, riuscendo quindi a dare un quadro completo e aggiornato dell’evento Comune di Parigi.In questo è ravvisabile l’influsso del magistero di Enzo Collotti di cui Giuseppe Gambino è stato allievo per oltre vent’anni nel seminario di Storia per docenti tenuto presso l’ISRT e a cui èdedicato il testo nella Premessa. Certamente si tratta di un libro che potrà essere utilissimo per gli insegnati e per tutti i cultori di storia che non si accontentano delle poche notizie che si possono trovare nei manuali scolastici.

                                                                                        Vito Nanni