“Una persona alla volta”

Gino Strada

Milano 2022. Feltrinelli

Un famoso slogan del maggio francese recitava “soyez réalistes,demandez l’impossible”: Gino Strada ha fatto suo questo slogan e lo ha reso non surrealista ma reale. Infatti è stato capace di rendere concreta quella che sembrava un’utopia: costruire una organizzazione di volontari che si occupasse della cura dei malati e dei sofferenti proprio là dove ce n’era più bisogno a partire dalle zone di guerra. Questo libro, che è una sorta di autobiografia, è il racconto sobrio e privo di qualsiasi compiacimento del percorso compiuto da lui e da Emergency dall’inizio fino ad oggi. Il testo ha il pregio di sentire parlare lui : con la sua voce roca, disincantata, ma con un rigore ineccepibile nell’esposizione. Noi dell’Archivio’68 presentiamo questo libro anche perché Strada era un uomo che si era formato alla fine degli anni ’60 e il suo modo di intendere la medicina,la cura, derivavano proprio da uno degli esiti più importanti del movimento sessantottino : la critica della scienza ufficiale quale si era formata fino a quel momento. Per la medicina questa critica si era concretizzata nell’opera teorica e pratica di Alfredo Maccacaro direttore dell’Istituto di Biometria e statistica medica dell’università di Milano che aveva curato una collana presso l’editore Feltrinelli intitolata non a caso “Medicina e Potere”.Strada ricorda esplicitamente Maccacaro proprio nel Capitolo 30° quando introduce il tema della pandemia intitolando il capitolo “Il Vaccino diseguale”.Gli altri aspetti della figura di Strada che ci dicono che era figlio della cultura del sessantotto sono poi altri due elementi fondamentali della sua personalità : l’internazionalismo e il rifiuto della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie. Questo non è un elemento secondario della sua figura ma lui stesso lo dichiara con estrema onestà alla fine del primo capitolo “ Rileggo queste pagine e mi chiedo perché le ho scritte. Forse per far contento l’amico Carlo Feltrinelli,che voleva scrivessi un’autobiografia o perché queste sono le radici che mi hanno tenuto saldo ovunque sia andato nel mondo : l’antifascismo,la politica,la militanza,la passione per la medicina” Penso che leggere questo libro sia utile anche per riflettere non solo sulla sua vita ma anche sulle contraddizioni del nostro mondo e a ricordarci che senza la spinta di un forte ideale la vita rischia di diventare solo un inno al consumo.

                  Vito Nanni